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La classe capovolta
Nel 2008, Jonathan “Jon” Bergmann e Aaron Sams hanno investito 50 dollari in un software per registrare e commentare le lezioni per gli studenti assenti. Questo è stato apprezzato non solo dagli studenti assenti, ma anche dagli altri che utilizzarono il materiale online, soprattutto per rivedere e approfondire le lezioni in classe. Era nata l’idea della classe capovolta.
L’idea centrale è quella di capovolgere il comune approccio didattico con video creati dall’insegnante e tramite lezioni interattive. La formazione, che prima avveniva in classe, è ora accessibile a casa, come preparazione per l’insegnamento in aula e da seguire prima della lezione. Mentre l’insegnamento in classe è diventato un luogo in cui lavorare su problemi, fare domande, aumentare la comprensione del contenuto, approfondire i concetti e impegnarsi nell’apprendimento collettivo.
Alcune osservazioni di Jon Bergmann sono state determinanti e hanno permesso un’ulteriore evoluzione. Per esempio, è emerso che gli insegnanti ora passano più tempo con gli studenti in difficoltà. In effetti, questo gruppo di studenti tendeva a non fare i compiti a casa, mentre ora possono lavorare su argomenti più complessi in classe. D’altro canto, gli studenti più avanzati hanno la possibilità di utilizzare il tempo in maniera più autonoma per imparare in modo indipendente.
Particolarità di una classe capovolta
Si tratta di insegnare con video che sostituiscono le tipiche lezioni in classe. In questo modo gli studenti imparano i contenuti a casa. E arrivano in classe ben preparati per applicare ciò che hanno imparato a casa. Ogni studente apprende da solo e per se stesso. Il materiale di studio può essere costituito da lezioni registrate (podcast), video di approfondimento, compiti di lettura, programmi video – qualsiasi materiale che il docente assegni come rilevante per l’argomento in questione. Questo sistema prevede un maggiore coinvolgimento degli studenti. Si ha quindi più tempo a disposizione in classe per conversazioni faccia a faccia o per il lavoro in piccoli gruppi per chiarire le domande aperte, approfondire la conoscenza o risolvere problemi in classe.
Rischi
Bisogna tener conto di diversi rischi quando si usa la classe capovolta. Da un lato c’è da considerare la tecnologia utilizzata per lo studio autonomo prima della lezione, dall’ altro la necessità di un’alta motivazione degli studenti e il fatto che non tutti gli studenti imparino bene attraverso l’apprendimento visivo (basato su video) e infine che lo studio a casa costituisce comunque un compito per casa.
Nota: Il Flipped Learning 2.0 si basa sull’apprendimento attivo. La visione di un video è però un’operazione passiva – quindi è necessario introdurre alcune modifiche per utilizzare i video come “compiti di apprendimento attivo”.
Come attuare la classe capovolta
Abitualmente vengono creati dei video da parte dell’insegnante. Tali video dovrebbero seguire alcune linee guida specifiche: essere brevi (8 – 12 minuti), coinvolgenti e interessanti, espressivi, strutturati e ben concepiti, includere due o tre parti principali e avere un effetto stimolante.
Nota: Dalla nostra ricerca sulla lunghezza di un video risultano ideali 2 minuti fino ad un massimo di 5. La durata menzionata sopra è semplicemente troppo lunga. Inoltre, i video non sono un mezzo di apprendimento attivo.
Flipped Learning
Nel 2012 l’apprendimento capovolto è stato definito come un metodo pedagogico dal Flipped Learning Network (fondato da alcuni insegnanti). La loro definizione di apprendimento capovolto è il seguente:
Si tratta di un principio pedagogico in cui le lezioni dirette si spostano dallo spazio di apprendimento di gruppo allo spazio di apprendimento individuale, e quindi lo spazio di gruppo si trasforma in un ambiente di apprendimento dinamico e interattivo in cui il docente guida gli studenti mentre questi applicano i concetti e si impegnano in modo creativo nella materia.
Fonte: https://flippedlearning.org/definition-of-flipped-learning/ (Flipped Learning Network)
Questo metodo pedagogico si basa su quattro pilastri:
- Flexible Environment: un ambiente flessibile
- Learning Culture: una cultura dell’apprendimento
- Intentional Content: un contenuto mirato
- Professional Educators: insegnanti qualificati
Fonte: Flipped Learning Network (FLN). (2014) The Four Pillars of F-L-I-P™, Creative Commons CC BY-NC-ND License, see https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/)
Una classe capovolta corrisponde ad un apprendimento capovolto?
Dobbiamo distinguere tra classe capovolta e apprendimento capovolto. Questi termini in effetti non sono intercambiabili. È possibile fare una lezione capovolta usando l’apprendimento capovolto come metodo pedagogico, tuttavia la classe capovolta non fa necessariamente uso dell’apprendimento capovolto. In sostanza lo scopo è quello di spostare l’apprendimento dall’insegnamento scolastico, basato sulle lezioni, all’apprendimento individuale a casa e usare il tempo della lezione in classe per le domande, la pratica, il lavoro di gruppo o altri metodi di apprendimento interattivi in modo da approfondire e migliorare i risultati dell’apprendimento.
Una classe capovolta al contrario consiste in una forma di apprendimento misto in cui gli studenti imparano i contenuti online guardando video lezioni, di solito a casa, e i compiti per casa sono fatti in classe con insegnanti e studenti che discutono e risolvono le domande. L’interazione dell’insegnante con gli studenti è più personalizzata – facendo egli da guida invece di fare lezione. L’apprendimento misto si riferisce al modo in cui viene trasmesso l’apprendimento. Definisce una certa struttura, ma non si riferisce a nessun metodo pedagogico.
Flipped Learning 3.0
La didattica capovolta è un metodo pedagogico in cui la lezione diretta si sposta dallo spazio di apprendimento di gruppo allo spazio di apprendimento individuale. Quindi lo spazio di gruppo si trasforma in un ambiente di apprendimento dinamico e interattivo in cui il docente guida gli studenti mentre applicano i concetti e si impegnano in modo creativo nella materia (Fonte: Flipped Learning Network).
Una metodologia pedagogica si riferisce sia alla teoria che alla pratica dell’apprendimento, e a come questo processo influenzi, e sia influenzato dallo sviluppo sociale, politico e psicologico degli studenti. Essa descrive come viene fatto l’apprendimento e l’intenzione dietro l’apprendimento. È una metodologia di apprendimento e non definisce lo svolgimento o i metodi utilizzati.
Flipped Learning 3.0
Flipped Learning 3.0 indica un metodo pedagogico moderno rispetto alla versione originale del “flipped learning”. Si tratta di una metodologia di apprendimento capovolto, sviluppata ulteriormente, caratterizzata da un apprendimento attivo e centrato sull’allievo. La flipped classroom e in seguito l’apprendimento capovolto sono stati sviluppati dal sistema K 12 (si tratta del sistema scolastico negli Stati Uniti che copre la tipica carriera scolastica a partire da alunni di 6 anni fino a studenti di 18 anni, coprendo 12 anni di studio). Per questo l’apprendimento capovolto 3.0 è un metodo pedagogico versatile che può essere utilizzato in tutti i campi dell’istruzione (istruzione scolastica, istruzione superiore, istruzione e formazione professionale nonché istruzione degli adulti).
Flipped Learning 3.0 utilizza attualmente i 187 elementi universali di un efficace apprendimento capovolto. Tali elementi a loro volta sono organizzati e strutturati in 12 categorie (gli elementi fondamentali dell’apprendimento capovolto efficace). Queste categorie sono (disposte in ordine di rilevanza per l’educazione degli adulti) la padronanza dello spazio di gruppo, la padronanza dello spazio individuale, gli spazi di apprendimento, il feedback degli studenti, la valutazione, la comunicazione e la cultura, l’infrastruttura informatica, lo sviluppo professionale, la pianificazione per l’apprendimento capovolto, la comprensione dell’apprendimento capovolto, gli elementi di prova e la ricerca, e la focalizzazione sul K-12.
L’apprendimento capovolto usa la tassonomia rivisitata di Bloom che utilizza dal 2001 le forme verbali per i termini definiti da Bloom nel 1956. Le sei categorie sono: ricordare, comprendere, applicare, analizzare, misurare e creare. Lo studio prima della lezione in classe si concentra sulle due categorie ricordare e comprendere. Queste sono le basi che lo studente deve portare a lezione. Le categorie superiori come applicare, analizzare, misurare e creare saranno invece usate nel lavoro interattivo e collaborativo in classe, monitorato e guidato dall’insegnante (in qualità di agevolatore dell’apprendimento).